Finora che era estate e che tutti, chi più chi meno, si apprestavano a partire per le ferie, in un certo senso eravamo impostati sulla modalità vacanza anche noi. Una vacanza lunga, certo… ma la sensazione era pur sempre molto simile a quella.
Ora però che i social pullulano di foto di rientri lavorativi e scolastici e che il caldo afoso di agosto ha lasciato il passo alle prime piogge di settembre; ora che le città si svegliano presto al mattino e respirano, ormai svuotate delle masse di turisti scalpitanti… ecco, forse ora si comincia a percepire di più il viaggio e meno la vacanza.
Ed è una sensazione strana, in primis perché questo viaggio è una creatura viva, che cambia forma e natura insieme a noi. Ci sono giorni lenti, poi giorni veloci. Istanti di meraviglia e bellezza da togliere il fiato e altri di stanchezza e di incertezza. Giorni in cui, con gli occhi lucidi, ci diciamo “ma perché non l’abbiamo fatto prima?” e altri in cui baratteremmo tutto per una babysitter fidata, una vasca piena di acqua calda e un buon calice di vino…
Ma è una sensazione strana anche perché è davvero l’inizio di qualcosa di diverso, di un tempo che, ne siamo consapevoli, di solito avremmo speso nella nostra casa, alle prese con le nostre occupazioni e preoccupazioni più prettamente domestiche. A quest’ora avremmo ricominciato a lavorare almeno da qualche settimana, i bimbi sarebbero all’asilo e la vita avrebbe ripreso il suo corso già noto, con, tuttalpiù, qualche piccola, piacevole variante a movimentare il percorso.
Questa volta settembre, però, ha un sapore nuovo. Certo, le occupazioni e le preoccupazioni, quelle ci sono sempre, ma quest’anno si muovono su uno sfondo mutevole, sconosciuto, incredibilmente bello. E ad ammirarlo siamo tutti e quattro, insieme.
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