Si dice che i bambini siano, in qualche modo, il nostro specchio. Che imparino per osservazione. E sembrano essere degli ottimi osservatori perché, a quanto pare, fingere è impossibile: come spugne, assorbono i nostri stati d’animo deducendoli da piccoli indizi come la nostra gestualità, il nostro tono di voce, persino la maniera in cui respiriamo.
Chi ha mai provato a far addormentare un bambino in un momento in cui aveva fretta, magari mentre ripassava mentalmente le mille faccende che doveva sbrigare prima di sera, lo sa bene: il fallimento è assicurato! Quegli esseri umani in miniatura captano immediatamente l’inganno e si innervosiscono ancora di più.
Al contrario, quando si sta con loro non solo fisicamente, ma anche mentalmente, mettendo cioè sinceramente a loro disposizione il nostro tempo e la nostra attenzione e accettando la situazione con serenità, ecco che accade la magia: non si sa come, ma loro lo percepiscono e ci rispondono con altrettanta serenità.
Questo carica i genitori di una (ennesima) grande responsabilità: la responsabilità di essere felici. Come si può pretendere, infatti, che il nostro bambino sia ordinato se noi stessi viviamo nel caos? Quale ritardatario cronico esigerebbe puntualità da suo figlio? Allo stesso modo, chi potrebbe imparare la felicità crescendo tra rabbia e frustrazione? Nessuno, certo. Ecco quindi che (evviva!) per crescere bambini felici, abbiamo il dovere morale di essere felici 💫
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Il dovere di essere felici
